lunedì 7 febbraio 2011

la musica leggera

MUSICA LEGGERA

Viene abitualmente definita con il termine musica leggera, musica pop, pop music (sinonimo inglese), o semplicemente pop, la musica mainstream contemporanea, destinata ad un pubblico vasto quanto più è possibile. L'espressione definisce un tipo di musica di facile ascolto e poco elaborata, spesso ridotta a semplice intrattenimento e destinata al consumo di massa. In effetti, la musica leggera raggruppa in sé un insieme di tendenze musicali affermatesi a partire dal XX secolo, caratterizzate da un linguaggio relativamente semplice e in alcuni casi schematico. La musica leggera è strettamente inserita nel circuito di diffusione commerciale mondiale con incisioni discografiche, video, festival, concerti-spettacolo, trasmissioni e reti televisive e radiofoniche. Se la semplicità del linguaggio musicale e il disimpegno tematico distinguono la musica leggera dalla cosiddetta "musica colta" e underground, la presenza di una vera e propria industria la differenzia dalla musica popolare.
Può sembrare normale considerare la musica leggera come sinonimo di popular music, anche se oggi si tratta di una similitudine non del tutto propria: date le sue caratteristiche peculiari tutta la musica pop è musica popular, ma non è vero il contrario; esiste, in ogni caso, una grande difficoltà a relazionare tali concetti, soprattutto a causa dei continui fraintendimenti che si vengono a creare nel dire comune.

MUSICA LEGGERA E POP

Nello specifico il termine musica leggera nacque in Italia per definire la musica pop italiana. Nella penisola, prima della British invasion dei primi anni sessanta, il termine inglese pop music per definire questo tipo di musica era pressoché sconosciuto ai più, e fu assorbito in seguito alla fama conquistata dai gruppi d'oltremanica. Di fatto oggi viene più facile utilizzare il termine pop per definire la musica commerciale internazionale e allo stesso modo è più facile definire con musica leggera la musica melodica italiana, ma dal punto di vista concettuale e strutturale i due termini coincidono.
In Italia, dagli anni cinquanta, è stata popolarizzata, inizialmente attorno al Festival di San Remo e con un apice nei primi anni '60, un tipo di musica leggera derivante dalla tradizionale melodica italiana, la quale ebbe un grande successo nella penisola a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Il ritorno alla tradizione, e la sua rielaborazione in chiave più moderna (arrangiameti con influenze swing, jazz, e un cantato meno legato alla musica d'opera), è stato incoraggiato dal successo dal primo movimento di crooner americani (per lo più italo-americani) che iniziavano ad affacciarsi anche al fronte europeo[1]. Questa riscoperta, avvenuta anche in reazione alle proibizioni fasciste degli anni trenta e quaranta, avvenne con l'apporto di interpreti e cantautori italiani, alcuni di essi divenuti poi di fama internazionale (Nilla Pizzi, Mina, Gino Paoli, Domenico Modugno, Luigi Tenco ecc...). [2]

CARATTERISTICHE

Le caratteristiche principali della musica leggera sono:

-spiccata orecchiabilità;
-utilizzo abbondante della melodia;
-ritmica semplice e uso di tempi musicali pari (primo tra tutti il 4/4);
-testi di facile comprensione;
-sottofondo musicale per lo più scarno o poco elaborato;
-utilizzo del cosiddetto formato canzone (strofe alternate al ritornello);
-breve durata dei brani.

ANALISI DEI SISTEMI E DELLE LOGICHE DEL FENOMENO

La musica leggera è difficilmente caratterizzabile da un punto di vista strettamente musicale per questo non può essere definito strettamente un genere. È invece agevolmente indetificabile da certe convenzioni strutturali e divulgative. Di particolare importanza per il successo del pop è il fenomeno del cosiddetto plugging, cioè una prassi che consiste nella continua e insistita proposizione di un brano da parte dei media. Infatti, il principio fondamentale del plugging è che sia sufficiente ripetere qualcosa sino a che venga accettato.
Al plugging può essere data anche l'accezione di "convenzione generica", anche se questa definizione trova un termine più specifico e un respiro più largo nella standardizzazione. La teoria della standardizzazione è che la struttura collaudata e convenzionale di un brano pop mira a reazioni standard, mira cioè a soluzioni armoniche e ritmiche che hanno generalmente un sicuro e ben definito impatto emotivo legato al riconoscimento. Il fattore del riconoscimento, nell'industria musicale e non solo, svolge un ruolo importantissimo essendo una delle funzioni basilari della conoscenza umana. È per questi motivi che nel pop ci si ritrova ad ascoltare un "linguaggio naturale" legato all'orecchiabilità (easy listening).
Anche i temi delle canzoni pop sono spesso standardizzati; generalmente trattano di amore romantico. La musica pop riesce a dare spesso l'impressione dell'innovazione tramite l'uso di stravaganze controllate nella misura in cui possono essere ricomposte in questo cosiddetto linguaggio naturale. Per essere popolarizzata, una canzone deve potersi distinguere dalle altre mantenendo, tuttavia, le stesse convenzioni di tutte le altre. Fondamentalmente, la nascita e l'affermazione di un certo genere, o di una certa corrente musicale e culturale, porta quel genere o corrente a subire un processo di popolarizzazione. Si specifica che la musica leggera è rivolta in particolare al fruitore occasionale, ad attirare l'attenzione dell'ascoltatore distratto; per questo può essere definita musica di puro intrattenimento, cioè non impegnativa, e usare l'espressione "ascolto passivo della musica" da parte del fruitore. L'"ascolto attivo" è invece presente quando vi è una ricerca musicale la quale deve essere coadiuvata dalla conoscenza, a prescindere dalla piacevolezza. Solo in quest'ultimo caso può essere definito un proprio "gusto musicale". Con l'avvento della TV, in particolare con l'utilizzo commerciale del video musicale, l'impatto visivo diventa essenziale per ogni gruppo o artista che vuole entrare nel circuito commerciale. Spesso, quindi, entrano in gioco specialisti dell'immagine (come Vivienne Westwood per i Sex Pistols) e produttori che a volte basano il più del successo sulla presenza scenica. A questo proposito, estremo è il caso del produttore Frank Farian, il quale lancia verso la fine degli anni ottanta un gruppo di grande successo commerciale di nome Milli Vanilli, costituito in effetti da un gruppo di musicisti che lavorava nell'ombra, e un altro gruppo più fotogenico che appariva sul palco ballando e cantando in playback. Quando questo si scopre si viene a creare uno scandalo, ma un caso simile si era già verificato negli anni '60 con i Monkees, i cui componenti erano gli attori protagonisti di una nota sitcom americana dell'epoca. Altro caso esemplare fu legato ad una particolare corrente della musica heavy metal poi riconosciuta come hair metal, i quali esponenti adottarono un look distintivo e caratteristico per via della costante esposizione ai media, ed in particolare sul canale musicale MTV che emerse proprio in quel periodo. L'aspetto di questi gruppi poteva rivelarsi più particolare e rilevante della musica stessa. La durata di ogni brano è un altro elemento caratterizzante. Infatti, per venire incontro ai tempi televisivi e radiofonici, i brani spesso non superano i 4 minuti. Le canzoni che oltrepassano questa durata vengono in genere sottoposti a un'operazione di editing in modo da accorciarne il minutaggio. Questa regola del pop viene infranta nel corso dei primi anni settanta per esigenze di genere, quando il progressive raggiunge una certa popolarità e, in alcune sue forme, diventa musica leggera.
Tipico dell'industria musicale è anche il fenomeno dell'imitazione, fondamentalmente un'operazione commerciale che punta a ricalcare il successo di un certo brano o di un certo artista. Questo fenomeno porta all'esplosione delle mode e delle tendenze, si pensi ad esempio alla moltitudine di gruppi beat degli anni '60 che ricalcavano il fenomeno Beatles. Capita spesso che i produttori discografici siano i veri registi delle tendenze musicali e abbiano un'ampia influenza sul prodotto finito dei loro artisti (molti dei quali appaiono nel firmamento delle classifiche di vendita per una sola stagione, rapidamente sostituiti da volti nuovi), questo perché l'industria musicale è legata al mercato discografico e il mercato alla pubblicità, quindi qualunque artista famoso è tale perché, o per merito suo o per merito di altri, si è saputo proporre al pubblico nel modo giusto.

IL GRUPPO ROCK

Nel gruppo rock ci sono diversi strumenti:

-la chitarra elettrica, che può ottenere un suono più potente di quello della chitarra acustica;
-il basso elettrico, la versione elettrificata della chitarra basso, che come strumento acustico non è molto diffuso;
-la batteria, generalmente composta da: un tamburo rullante, una grancassa azionata da un pedale, una coppia di tamburiintonati diversamente, un paio di piatti e una coppia di piatti sovrapposti azionati da un secondo pedale;
-la tastiera, che sono utilizzate sempre più nei gruppi rock. Uno strumento musicale elettronico in grado di riprodurre i timbri di molti strumenti musicali attraverso un sintetizzatore, azionato mediante la pressione di tasti, analoghi a quelli del pianoforte.

COME NASCE UNA CANZONE

Una canzone può nascere dalla necessità di dare una veste musicale a un testo poetico preesistente, oppure trarre origine da un motivo
"che ci frulla nella testa", un giro di accordi, un "riff" trovato sulla chitarra. Altre volte parole e musica nascono insieme. Comunque sia, le idee vanno poi sviluppate per dar "forma" a una vera canzone e, poichè nella breve durata del brano nulla deve trovarsi fuori posto, occore avere chiara la struttura della composizione che si vuole realizzare, vale a direle varie parti che la costituiscono e la loro collocazione.

IL LINGUAGGIO DEI VIDEOCLIP

Il videoclip (conosciuto in Italia anche come video musicale o anche semplicemente video o clip) è un breve filmato prodotto a scopo promozionale per un brano musicale, solitamente una canzone presente in tutta la lunghezza del video. In alcune parti del mondo, come in Giappone, è anche detto promotional video, abbreviato in PV. I videoclip utilizzano differenti forme stilistiche ed espressive per commentare visivamente il brano musicale: molti di essi si compongono della semplice riproduzione filmica del cantante o del gruppo musicale che eseguono il brano; altri creano minifilm con trama (recitati talvolta dagli stessi componenti del gruppo) oppure non narrativi e si possono avvalere di sequenze animate o di immagini documentaristiche. La pratica di abbinamento di immagini filmate a brani musicali risale sin dagli anni cinquanta, ma il videoclip diviene molto popolare a partire dall'inizio degli anni ottanta con la nascita delle prime televisioni con palinsesto interamente musicale.



Jack Blac nel film School of rock